Meganisi day

UN GIORNO A MEGANISI

Di fronte lefkada trovate questa splendida isola raggiungibile o in barchetta senza patente (consigliato se volete vedere tutte le baie), o con nave (portando l'auto)che parte da nidri tutti i giorni, vi segnalo alcune spiagge da vedere,con le indicazioni stradali, naturalmente scaricando l'app avrete gia tutto !

Agios Ioannis Lake   https://maps.app.goo.gl/H1NZ2D8NYZM8JebB9

Thilia Beach   https://maps.app.goo.gl/zudjsxAszHDPHKVF9

Fanari Beach   https://maps.app.goo.gl/nCn8GPsPTmrHRUFa7

Spiaggia di Limonari  https://maps.app.goo.gl/myXxdPpTnb9cpcHG8 



Meganisi si presenta da sola :" Grande Isola", per i suoi 20 Km2.

Non è l' isola più grande dell' arcipelago di Lefkada, la supera di poco, per estensione, Kàlamos.

L'arcipelago formato da 24 isolette, alcune delle quali solo piccole rocce emerse, si stende di fronte a Nydrì e costeggia l' Etoloacarnanìa, in direzione sud-est.

Nell'antichità aveva un altro nome .

Omero, nell'Odissea. la cita come '' l'isola delle tombe'' e con lo stesso nome la riporta lo storico Strabone ( nato nel 64 o 63 a.C. e morto nel 24 d.C). Meganissi si chiamava dunque Τάφος (pron. Tàfos Tomba) e apparteneva alle cosiddette ''Isole-Tomba'', insieme alle isolette più grandi che si stendono verso l'Etoloacarnanìa: (Kàlamos, Kastòs, Άtokos e Arkoùdi).

Durante l'età del rame (detto anche Calcolitico, successivo al Neolitico e collocabile nel 4° millennio a.C. in Europa e nel 3° nel Vicino Oriente) quando comincia a svilupparsi la lavorazione del rame e del bronzo, Meganisi/Tafos fu sede del popolo dei Τηλεβόες ( Tilevòes ) che praticavano la pirateria marittima.

Meganisi è Lefkada e non lo è. È un' isola dentro un' altra isola. Isolata per lungo tempo dalla sua povertà, isolata dai collegamenti che un tempo, specie d' inverno, erano affidati ai caicchi che venivano a fare rifornimento sull'isola-madre. Fino agli anni '80 coloro che volevano far continuare gli studi ai figli dopo le elementari, affittavano una casa a Lefkada- città da settembre a giugno, poi tornavano alla loro isola.

Ma erano solo donne e bambini, ché gli uomini erano sempre per mare, imbarcati su navi mercantili, lungo rotte che coprivano il mondo intero, lontani dalle famiglie per anni. Così di generazione in generazione. Fino a che il turismo ha apportato un cambiamento radicale nell' economia familiare. Allora i marittimi sono diventati stanziali, hanno cominciato ad aprire una taverna, hanno cominciato ad affittare la casetta restaurata, poi hanno costruito un piccolo residence, poi un albergo.

Oggi Meganisi costituisce un capitolo a sè nel contesto turistico di Lefkada. Con i suoi due porti, Vathì e Spilyà, con le decine di baie, con la vicinanza alle altre isolette dell' arcipelago a costituire l' habitat ideale per specie marine protette come la foca monaca o il delfino mediterraneo,''Isola Grande'' ha attirato i grandi investitori. La famiglia Rothschild ha acquistato la parte più impervia dell' isola e progetta una grande marina, per l'attracco di yachts. Meganisi è già da qualche tempo meta del jet set, sebbene in incognito. Luca di Montezemolo, in pantaloncini e sandali, nascosto appena da un paio di occhiali, è riconoscibile solo a noi italiani mentre lui, in tutta umiltà, beve un ouzo seduto al tavolo della taverna con un avventore casuale.

La Meganisi che ricordo io, quella degli anni ' 90 non esiste più. I ragazzi che venivano a imparare le lingue straniere da me, in quei lunghi inverni piovosi in città, nelle case affittate solo per il periodo scolastico, sono diventati professori, archeologi, imprenditori. Non si imbarca più nessuno. Qualche vecchio che ha passato la vita per mare e che è sopravvissuto a una vita di fatica e solitudine, vi racconta storie di naufragi.

Le vecchie che un tempo filavano e che venivano in città a vendere i loro tappeti, hanno donato i loro telai al museo. Meganisi oggi racconta storie mute. Quelle di un passato che ha voltato pagina molto in fretta. Questo per quanto riguarda la gente che però ha conservato senso dell' ospitalità e gentilezza d' animo.

Ma se parliamo dei paesaggi e del mare nulla è cambiato. La bellezza impera nonostante certi alberghi abbiano interrotto il contorno dolce di una collina o, al virare del traghetto per entrare in porto, l' occhio va a posarsi su costruzioni che avrebbero potuto essere più verdi, più vicine alla natura. Ma tant'è ! Il mare ha una qualità di azzurro che assomma tutti gli azzurri. E il cielo altrettanto. Così vi sembreranno dalla " terrazza" di Spartohori, la piazza del villaggio più grande, che si sporge su questi azzurri e vi lascia il tempo di sentire quanto piccoli siamo davanti alla creazione.

Ci sono spiagge a Meganissi dove andando a cercare il mare, sembra che esso vi venga incontro alla stessa altezza degli occhi.

Ricordo un giorno di fine estate. C' erano poche persone sparse sulla spiaggia. Ebbi l' impressione di stare entrando in una chiesa. Per istinto, i miei compagni ed io, cominciammo a parlare sottovoce, per non infrangere il silenzio e la sacralità di quella spiaggia dove il mare ci veniva incontro come una persona.

So che molti di voi possono muoversi solo d' agosto ed è un peccato. Posti come Meganisi meritano il silenzio della pace interiore, non l' irrispettoso baccano dei vacanzieri. Chi può, venga in altra stagione. Per trovarsi a pregare mentre si avvicina al mare.

Spartohori si arrampica sul porto di Spylià. Έ il villaggio più grande, con strade come dedali, dove possono passare solo un asino o due persone affiancate, le case vicine l'una all'altra con l'orto davanti.

Il suo nome significa '' paese della ginestra'' per quel fiore giallo che illumina le colline.

Vathì è il secondo villaggio che si è creato intorno al porto che entra profondo, come dice il suo nome, dentro la terra. Il terzo villaggio si chiama Katomeri e significa''dalla parte in giù'' forse perché si nasconde dietro le alture di Vathì. Dei tre villaggi è il più modesto ma all'occhio che sa guardare racconta storie di attese e di sacrifici.

Fanari, Ay Yanni, Spylià, Pasoumàki, Atherinòs, Fàros, Elià,Loutrolìmni e Limonàri sono le spiagge più conosciute, nomi che vedrete scritti dappertutto sbarcando a Meganisi ma sicuramente scoprirete altre baie che sentirete vostre, solo per voi. Andate a scoprirle!

Quanto alla grotta di Papanikolì, essa prende il nome dal sommergibile omonimo che lì trovò rifugio durante la 2a guerra mondiale ed è tra le grotte marine aperte più belle della Grecia. Lunga 120 m., larga 60 m., ,ha un fondo marino trasparente che vi libera dalla paura e vi invita a tuffarvi.


                                                                 Testo di          Angela Argentino